Il libro illustrato è senza tempo
«A cosa serve un libro senza figure?» si chiedeva Alice nel Paese delle Meraviglie.
Il libro illustrato è stato per tutti noi il primo compagno di viaggio nel mondo della fantasia. Ma è davvero soltanto materia per i sogni dei più piccoli? E quando si smette in realtà di essere bambini del tutto?
L'immagine e la parola
Il legame tra immagine e parola, tra il concetto e la sua rappresentazione, affonda le radici agli albori della creazione dei testi. Per essere precisi si potrebbe dire che in fondo essi fossero una cosa sola in origine. Basti pensare alle pitture rupestri della preistoria. Ma ovunque nel corso dei secoli e già ancora prima dell’invenzione della stampa, è stata sempre indiscutibile la potenza evocativa dell’immagine associata alla parola. I manoscritti medievali facevano largo uso di disegni e raffigurazioni e, in epoca più recente, le edizioni illustrate rappresentavano sempre la versione più prestigiosa di ogni pubblicazione.
Chi non ricorda ad esempio le famose incisioni di Gustav Doré che hanno accompagnato per anni i più grandi classici della letteratura, da Dante a Rabelais, da Cervantes a La Fontaine, da Balzac a Poe. Persino Tolkien fece un grande uso di illustrazioni nella stesura delle sue opere, come Lo Hobbit e il Signore degli Anelli.
Eppure oggi si ha l’errata percezione che un libro illustrato abbia come unica destinazione d’uso l’educazione dei bambini.
E’ innegabile certamente che il libro illustrato abbia una consolidata validità come strumento pedagogico rilevante nella crescita psicologica e culturale del bambino, ma la potenza immaginifica del connubio fra parola ed illustrazione secondo noi va ben oltre.
L'immagine, un'altra storia.
L’immagine è un altro testo da leggere, un libro arricchito da illustrazioni ben rappresentate, è insieme inesauribile fonte educativa per i bambini e generosa materia per la fantasia degli adulti. Le figure, le illustrazioni raccontano storie a sé stanti che a volte non hanno neppure necessità delle parole, per essere comprese o vissute.
Se naturale destinatario di questi volumi illustrati puo’ sembrare a prima vista il pubblico infantile, la verità è che non esistono limiti di età per la loro lettura. Gli autori stessi così come le case editrici strizzano l’occhio anche alla curiosità degli adulti.
Non dimentichiamoci del resto che come per ogni oggetto destinato ad un bambino, gli adulti sono i primi fruitori. Vuoi per capire se sia adatto o meno al figlio o al nipote, vuoi per semplice curiosità: i primi veri lettori siamo da sempre noi adulti.
un fascino che resiste alla modernità
In un mondo che punta sull'immagine i volumi illustrati si presentano come il naturale continuum dei media come tv, web e social. È vero, sono nati prima dei moderni mezzi di comunicazione, ma rinnovandosi senza abbandonare mai il fascino che li contraddistingue, sono stati capaci di non esserne sopraffatti e addirittura oggi l’editoria per ragazzi è in forte crescita.
Nel nostro settore è stata evidente l’evoluzione, grazie anche alle nuove tecnologie, dai formati classici si è passati a formati album con angoli arrotondati. Sempre più spesso ci vengono richiesti volumi con copertine cartonate, anche fustellate, per creare “una finestra” che faccia intravedere l’interno del volume, o con pagine che si aprono anche verso l’alto per far godere ai bambini l’interezza delle illustrazioni.
Per non parlare poi dei volumi pieghevoli anche detti “leporello”: si tratta di un formato composto da un’unica striscia di carta ripiegata su sè stessa a fisarmonica, un formato che potenzialmente non ha limiti di lunghezza. Insomma oggi la fantasia non riguarda più solo i contenuti ma anche le forme e le finiture: i libri illustrati sono piccoli tesori, che spesso nascondono al loro interno interi mondi da scoprire.